FAMIGLIA

Diego Armando Maradona nacque il 30 ottobre 1960, al Policlínico Evita Hospital di Lanús da Diego Maradona Senior (1928-2015), di etnia guaraní, e Dalma Salvadora Franco (1930-2011), di origini parzialmente italiane. Quinto di otto figli, aveva cinque sorelle, di cui quattro maggiori: María Rosa, Rita, Elsa, Ana María e Claudia; oltre a due fratelli Hugo e Raúl (detto Lalo), anch'essi calciatori.
Era padre di cinque figli, nel 2009 divenne nonno per la prima volta a seguito della nascita di Benjamín. È morto 2 novembre 2020, pochi giorni dopo aver compiuto 60 anni.

I suoi inizi nel calcio

Maradona iniziò a giocare a calcio nella squadra del padre, l'Estrella Roja, di cui Diego era il talento più apprezzato. L'acerrima antagonista era la squadra del miglior amico di Maradona: Goyo Carrizo. Fu proprio questi a farlo partecipare ad una selezione nelle giovanili dell'Argentinos Juniors di Buenos Aires. Entrò così a far parte delle Cebollitas (Cipolline), la squadra giovanile dell'Argentinos, il 5 dicembre 1970 a 10 anni. Il suo primo allenatore fu Francisco Cornejo, che all'inizio non credette alla giovane età di Maradona (gli fu addirittura richiesto un documento, che però non aveva con sé al momento del provino). Con lui e Carrizo in rosa, la squadra giovanile raggiunse una striscia di 136 risultati utili consecutivi.

Maradona iniziò la sua carriera da professionista nell'Argentinos Juniors nel 1976, debuttando con la maglia numero 16 il 20 ottobre nella partita contro il Talleres, dieci giorni prima di compiere sedici anni, diventando il più giovane di sempre a esordire nella prima divisione argentina,[4] record battuto da Sergio Agüero nel 2003. Poco prima di farlo esordire l'allora allenatore dell'Argentinos Juniors, Juan Carlos Montes, disse a Maradona: "Vai Diego, gioca come sai". In tutta risposta, Diego fece subito un tunnel al primo avversario che gli si parò davanti, Juan Domingo Patricio Cabrera. L'Argentinos perse 1-0, tuttavia Maradona iniziò a giocare spezzoni di partite fino a diventare titolare. I primi gol nell'Argentinos arrivarono il 14 novembre dello stesso anno, con una doppietta al San Lorenzo. Nel 1978 divenne capocannoniere del campionato argentino con 22 reti, di cui una dal dischetto di centrocampo dopo il fischio d'inizio.

Mondiali giovanili (1979)

Nel 1979 e nel 1980 vinse il Pallone d'Oro sudamericano, il premio che spetta al miglior giocatore del continente. Sempre nel 1980 mise già a segno uno dei più bei gol della sua carriera nella partita contro il Deportivo Pereira disputata il 19 febbraio. Lui stesso ha affermato che si tratta del più bel gol in assoluto da lui realizzato.

La sua consacrazione nel calcio argentino (1978-1982)

Il 5 giugno 1982 diventò un giocatore del Barça dell'allora presidente Josep Lluís Núñez; rimediò diversi infortuni sino a che un'epatite virale lo allontanò dai campi per oltre tre mesi. In Coppa delle Coppe i catalani furono eliminati ai quarti di finale dall'Austria Vienna, e Maradona poté giocare solo la partita di ritorno allo stadio Camp Nou di Barcellona a causa dell'epatite che ancora lo debilitava. A fine annata il Barça ottenne il quarto posto nel campionato spagnolo, vincendo la Coppa del Re, sconfiggendo il 4 giugno 1983 in finale il Real Madrid, e la Copa de la Liga nella doppia finale sempre contro il Real Madrid (2-2 all'andata il 26 giugno 1983 e 2-1 al ritorno il 29 giugno 1983), con un gol di Maradona in entrambe le partite.

Nel 1981 fu ceduto in prestito al Boca Juniors, una delle squadre più popolari in Argentina. E lì vinse per la prima volta un campionato locale, il Metropolitano di quell'anno, capitanando la squadra e segnando gol indimenticabili.

Sebbene il suo trasferimento al Barcellona fosse stato frustrato in diverse occasioni, dal momento che il governo argentino e l'AFA hanno impedito la vendita di giocatori argentini prima della Coppa del Mondo in Spagna, il tempo di Maradona in Argentina stava volgendo al termine.

Il suo arrivo in Europa, i Mondiali di Spagna e Barcellona (1982-1984)

Il 5 giugno 1982, pochi giorni prima dell'inizio dei Mondiali del 1982 in Spagna, Maradona divenne finalmente un giocatore del Barcellona. Molti parlano di fallimento e delusione, ma va notato che Maradona non è stato in grado di completare nessuna delle due stagioni che ha giocato in Spagna, a causa di problemi di salute e infortuni.
Nella sua prima stagione al club, soffrì di un'epatite virale che lo portò via dal calcio per più di tre mesi. Il Barça ottenne il quarto posto in Liga Española, vinse invece la Copa del Rey, battendo il Real Madrid il 4 giugno 1983, e poi la Copa de la Liga, sempre contro il Real Madrid, con gol di Maradona sia all'andata che al ritorno.
La stagione successiva 1983-84, con César Luis Menotti come allenatore, iniziò un po' meglio. Ad agosto vinsero la Copa Gamper. A settembre, nella prima partita della Coppa delle Coppe europee contro i tedeschi del Magdeburgo, Maradona segnò una tripletta e la partita finì 5-1. Ma al quarto appuntamento del campionato, nella partita contro l'Athletic Bilbao, con il 4-0 in favore del Barcellona, ​​Maradona fu gravemente ferito dal difensore Andoni Goikoechea, riportandosi una frattura alla caviglia sinistra. Durante il suo recupero, alla fine del 1983, il Barcellona vinse anche la Super Copa Española, nella doppia finale contro l'Athletic Bilbao.
All'inizio del 1984, dopo il suo ritorno al calcio, Maradona portò il Barcellona a sei vittorie consecutive. A marzo è ripresa la Coppa delle Coppe europee. Il Barcellona vinse l'andata contro il Manchester United 2-0. Ma lo 0-3 contro gli inglesi, nella rivincita, li eliminò dalla competizione.
Il Barcellona ha chiuso quella Liga al terzo posto, a un solo punto dal fuoriclasse. Maradona ha giocato 23 delle 53 partite ufficiali, in cui ha segnato 11 gol. A maggio giocò la finale di Copa del Rey contro l'Athletic Bilbao. Ma dopo la sconfitta per 0-1, Maradona rispose agli attacchi dei giocatori baschi, e scoppiò una rissa tra le due squadre. Questo segnò la fine di Diego nel club catalano
Dopo una trattativa molto complessa, Maradona fu assunto dal club del Napoli in Italia.

I suoi esordi con il Napoli (1984-1986)

Il 5 luglio 1984 Maradona entra in un San Paolo gremito per la sua presentazione da giocatore del Napoli. Quella sera fu ricevuto da ottantamila “tifosi”. Nella prima stagione 1984-85 il Napoli finì all'ottavo posto, evitando la temuta retrocessione. La squadra era partita in fondo alla classifica.
Nella stagione 1985-86 il Napoli ottenne il terzo posto, lasciando la vittoria contro la Juventus nella memoria di tutti, dopo trentadue anni, con un gol di Maradona da un calcio libero.

Campione del mondo in Messico 1986

In Mexico, led by Carlos Salvador Bilardo, the Argentine team captained by Diego Maradona won the World Cup, beating Germany 3-2.
Two of his five goals in that championship remained in history, converted to none other than England, just four years after the Malvinas Islands war. One of them scored with his hand, known as The Hand of God. And the other is considered by football lovers as the Best Goal in World Cup History, known as “The Goal of the Century”.
Maradona’s performance in that world cup was extraordinary, overshadowing great international figures and becoming the architect of the Argentine triumph. Diego won the FIFA Golden Ball, and is considered by many to be the Best Player in the History of Football.

Le sue vittorie con il Napoli (1986-1991)

Nella stagione 1986-87, sotto la guida dell'allenatore Ottavio Bianchi, il Napoli vinse il suo primo scudetto. Il 10 maggio 1987 il club napoletano pareggia 1-1 con la Fiorentina allo stadio San Paolo, vincendo il primo campionato della sua storia. Inoltre, il Napoli ha vinto la sua terza Copa Italia. Quella doppia vittoria (Scudetto e Copa Italia) fu un'impresa che fino ad allora solo i club di Torino e Juventus avevano realizzato.
Nella stagione 1987-88 il Napoli partecipò per la prima volta alla Coppa dei Campioni, ma fu eliminato dopo una doppietta confronto con il Real Madrid. In Serie A il Napoli era al primo posto, e ha tenuto cinque punti di vantaggio fino alla ventesima giornata, quando è stato superato dal Milan e ha perso lo scudetto. Maradona è stato il capocannoniere di quel torneo con 15 gol.
Nella stagione 1988-89, il Napoli ha concluso il campionato al secondo posto. Ma la squadra è entrata nella storia dopo aver conquistato il suo primo trofeo internazionale, vincendo la Coppa UEFA contro lo Stoccarda in Germania. Inoltre, in quella stagione raggiunse la finale di Copa Italia.
Nella stagione 1989-90, dopo un inizio difficile, il Napoli di Maradona vinse un secondo scudetto, dopo una netta differenza di punti con il Milan fino all'ultima partita.
Dopo i Mondiali del 1990 in Italia, dove la squadra argentina raggiunse nuovamente la finale, dopo aver battuto Brasile e Italia, e aver perso la finale contro la Germania a causa di un controverso rigore, l'esperienza italiana di Maradona sarebbe giunta al termine.
Nonostante alzando la Supercoppa Italiana, dopo aver battuto comodamente la Juventus, nella stagione 1990-91, più precisamente il 17 marzo 1991, Diego fu squalificato per 15 mesi dopo un positivo test antidoping nella partita contro il Bari (1-0). Maradona lasciò l'Italia e il Napoli chiuse quella stagione al settimo posto.

Siviglia, il suo ritorno al Boca Jrs. e il ritiro (1992-1997)

Dopo un anno e mezzo di squalifica per doping, nel 1992, la carriera di Maradona riprese nel Siviglia. Dei 7,5 milioni di dollari dovuti al Napoli dalla squadra spagnola, la società italiana ne ricevette solo quattro: la FIFA, infatti, autorizzò il Siviglia a non completare il pagamento. Al Siviglia Maradona incontrò nuovamente Carlos Bilardo, l'allenatore dell'Argentina ai mondiali del 1986 e del 1990. Maradona debuttò il 28 settembre 1992 contro il Bayern Monaco e il 4 ottobre giocò la sua prima partita nella Liga, in cui il Siviglia fu sconfitto dall'Athletic Bilbao per 2-1. Tornato anche nella nazionale argentina come capitano, vinse, nel 1993, il Trofeo Artemio Franchi, ovvero la coppa intercontinentale per nazioni (disputata, nella storia, per due volte; l'altra coppa fu vinta nel 1985 dalla Francia), superando la Danimarca vincitrice del campionato d'Europa 1992. Il Siviglia fallì la qualificazione per la Coppa UEFA; in 25 partite Maradona segnò 5 gol e fu autore di 12 assist. Dopo solo una stagione, la sua esperienza sivigliana giunse al capolinea. Maradona tornò a giocare in Argentina nel Newell's Old Boys. Il 31 ottobre 1993, un giorno dopo il suo compleanno, ritornò a giocare con la nazionale, a Sydney contro l'Australia per l'andata dello spareggio interzona di qualificazione al mondiale di Stati Uniti 1994. La partita finì 1-1 e la rete argentina di Abel Balbo fu propiziata da un cross di Maradona. Nella gara di ritorno del 17 novembre, al Monumental di Buenos Aires, l'Argentina vinse per 1-0, qualificandosi al mondiale statunitense. Dopo 5 partite disputate, a seguito della partita contro l'Huracán, il 12 febbraio 1994, Maradona sciolse il contratto con il Newell's, recependo un milione e mezzo di dollari, la metà di quanto previsto dal contratto. In seguito si ritirò per alcuni mesi dalle competizioni in attesa del mondiale di USA '94, tornando a giocare in nazionale il 20 aprile 1994. A seguito della squalifica per doping rimediata durante il mondiale statunitense per positività all'efedrina, Maradona provò a lavorare come allenatore in due brevi periodi, guidando il Dep. Mandiyú di Corrientes (dal 3 ottobre al 30 dicembre 1994) e il Racing Club (dal 6 gennaio al 26 marzo 1995), senza successo. Nel primo caso le dimissioni furono dovute ad uno scontro con la dirigenza della squadra; al momento delle dimissioni il Deportivo Mandiyú non era ancora in zona retrocessione, poi concretizzatasi alla fine della stagione 1994-1995. Nel secondo caso Maradona lasciò la conduzione tecnica quando l'allora presidente del Racing perse le elezioni per rimanere a capo della società. Nel 1995 gli venne assegnato il Pallone d'oro alla carriera. In attività non poté concorrere all'assegnazione del premio perché i calciatori non europei erano allora esclusi dalla competizione. Il 7 ottobre dello stesso anno tornò a giocare con la maglia del Boca Juniors nella partita contro il Colón (SF) (1-0). Rimase nel Boca Juniors per due anni prima di ritirarsi dal calcio al termine del superclásico contro il River Plate disputato il 25 ottobre 1997.

2009: Maradona sulla panchina della Nazionale

Dopo alcune brevi esperienze a metà anni novanta, il 28 ottobre 2008 viene nominato nuovo CT dell'Argentina, subentrando ad Alfio Basile. Dopo il vittorioso esordio, 1-0 alla Scozia, sotto la sua gestione l'Albiceleste subisce la sconfitta più pesante nella storia delle qualificazioni mondiali, un 6-1 contro la Bolivia penultima in classifica: ciononostante, la selezione si qualifica per il Mondiale sudafricano all'ultimo turno, battendo l'Uruguay in trasferta per 1-0. Seguono due mesi di squalifica inflitti dalla FIFA al CT, reo di aver insultato i giornalisti che avevano messo in dubbio le sue capacità da tecnico. In Sudafrica, dopo un inizio convincente grazie a quattro vittorie consecutive, Maradona esce dalla rassegna ai quarti di finale per mano della Germania (4-0) ed è esonerato da CT.[187]

Emirati Arabi Uniti

Il 14 maggio 2011, dopo 10 mesi di inattività, Maradona viene ingaggiato dall'Al-Wasl di Dubai, firmando un contratto biennale da $ 4,5 milioni a stagione più un jet privato a disposizione come benefit. Il 15 settembre seguente perde la sua prima partita di Emirates Cup per 4-3 contro l'Al-Jazira.

Dorados de Sinaloa e Gimnasia e Esgrima La Plata

Il 7 settembre 2018 viene annunciato come nuovo tecnico dei Dorados.[194] Perde due volte il campionato di seconda divisione messicana, entrambe le volte nella doppia finale contro l'Atlético San Luis, rassegnando le dimissioni il 14 giugno 2019 per motivi di salute. Il 5 settembre 2019 viene nominato tecnico del Gimnasia La Plata fino al termine della stagione. Il 19 novembre, però, lascia temporaneamente l'incarico per incomprensioni dovute ad un possibile cambio societario. Il presidente Gabriel Pellegrino, pur di far rimanere l'argentino, si fa rieleggere alla guida del club tramite un mandato triennale. Nonostante un campionato altalenante, viene confermato anche per la stagione 2020-2021.

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